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QUESITO N. 353: Se rientra nella responsabilità del notaio l’accertamento della sussistenza del diritto di prelazione in capo al confinante che sia andato in pensione.-
Quesito n. 353: Se rientra nella responsabilità del notaio l’accertamento della sussistenza diritto di prelazione in capo al confinante che sia andato in pensione.-

L'esercizio del retratto ha come presupposto logico-giuridico la titolarità del diritto di prelazione.- Infatti, il quinto comma dell'art. 8 L. 590/65 prevede che: "Qualora il proprietario non provveda a tale notificazione o il prezzo indicato sia superiore a quello risultante dal contratto di compravendita, l'avente titolo al diritto di prelazione può, entro un anno dalla trascrizione del contratto di compravendita, riscattare il fondo dell'acquirente e da ogni altro successivo avente causa".-
Ai sensi dell'art. 7 L. 817/71, la prelazione agraria viene concessa anche al proprietario del fondo confinante quando ricorrono i seguenti elementi:
- Elemento soggettivo: il prelazionario deve essere il proprietario del fondo confinate e di esso deve esserne coltivatore diretto;
- Elemento oggettivo: contiguità dei fondi;
- Assenza sul fondo trasferendo di altro coltivatore diretto, tale in base ad un titolo giuridico valido.-
Nella prelazione del confinante devono ricorrere i medesimi requisiti soggettivi imposti per la prelazione agraria comune, a cui si unisce l'ulteriore elemento del diritto di proprietà sul terreno contiguo.-
Interessa particolarmente per il quesito in esame la qualifica di "coltivatore diretto".-
Ai sensi dell'art. 31 L. 590/65, sono coltivatori diretti "coloro che direttamente ed abitualmente si dedicano alla coltivazione dei fondi ed all'allevamento ed al governo del bestiame".-
La lettera della legge chiarisce che la coltivazione deve essere diretta ed abituale, non anche professionale, lasciando pertanto impregiudicata la disponibilità per il prelazionario di svolgere anche altre attività lavorative. Sul punto la giurisprudenza ha precisato che il requisito dell’abitualità di cui all'art. 31 della legge 26 maggio 1965 n. 590 corrisponde ai concetti di "continuità" e "non occasionalità" e quindi non implica necessariamente che l'attività di conduzione del fondo sia svolta da chi pretende di essere titolare del diritto di prelazione, in forma professionale o anche soltanto in misura preponderante rispetto ad altre sue attività ( Cass. 2 dicembre 1996, n. 10707; Cass. 20 gennaio 2006, n. 1107).-
L'accertamento dei requisiti soggettivi in capo al soggetto che vanta a suo favore il diritto di prelazione è compiuto dal giudice di merito (Cass. 1 settembre 1982, n. 4769; Cass. 20 gennaio 2006, n. 1107).-
Nella nota 104-2006/C dell’Ufficio Studi Notarili di Salerno si concludeva che ...

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