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Mediazione: escluso compenso senza la conclusione dell'affare.-

Mediazione: il diritto alla provvigione sorge anche senza la conclusione dell’affare?


Con la sentenza n. 22357 del 3 novembre 2010 la Corte di Cassazione enuncia importanti principi di diritto in materia di diritto alla provvigione del mediatore. Il giudice di legittimità censura la decisione del giudice di merito nella parte in cui ha escluso, senza alcuna motivazione, che comportasse un «significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto» la previsione del medesimo compenso per il mediatore nel caso che il contratto fosse concluso e nel caso in cui non lo fosse, sia pure per ingiustificato rifiuto della parte. Come già precedentemente affermato (Cass. n. 7067/2002), il patto con il quale sia previsto il diritto del mediatore al compenso anche nel caso di mancata conclusione dell'affare «deve valere a collegare il diritto alla provvigione ad un fatto diverso»; «questo fatto può consistere nell'avere il mediatore svolto per un certo tempo una concreta attività di ricerca di terzi interessati all'affare ed essere pervenuto al risultato entro un certo termine od anche non esservi pervenuto: in questi casi la provvigione costituisce il compenso per aver il mediatore assunto ed adempiuto l'obbligo di impegnare la propria organizzazione nella ricerca del terzo interessato all'affare». Se, dunque, il conferente l'incarico rifiuti (anche se ingiustificatamente) di concludere l'affare con il terzo indicato dal mediatore, il quale abbia fatto un offerta coincidente con le aspettative del conferente, la previsione dell'obbligo di corrispondere comunque un compenso all'intermediario può avere causa nella remunerazione dell'attività da quello posta in essere nella ricerca di un interessato. Tuttavia se il compenso sia previsto in misura identica (o vicina) a quella stabilita per l'ipotesi di conclusione dell'affare, si pone il problema di stabilire se, in relazione al caso di mancata conclusione dell'affare per scelta di chi ha conferito l'incarico, vi sia squilibrio fra i diritti e gli obblighi delle parti secondo la previsione dell’art. 1469 bis c.c., comma 1, in base al quale si considerano vessatorie le clausole che, malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un...

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